venerdì 27 luglio 2012

La vacanza perfetta vol 2

E questo per quanto riguarda la prima parte: archiviata la pratica vulcano ce ne siamo andati al mare. E visto che siamo ai tropici ci siamo scelti un bell’atollo corallino, con mare azzurro e pesci in quantita’. Gili Islands: sono sicuro che le avete sentite nominare, c’era un articolo sul corriere on line qualche settimana fa, che le chiamava la nuova Ibiza. Mah. A Ibiza non sono mai stata, per cui non posso dire. Di sicuro il mare e’ spettacolare, sia per fare il bagno, che per lo snorkelling e ancor di piu’ per le immersioni. L’isola e’ mini, si gira in 2 ore a piedi, e un lato e’ costeggiato di bar, ristoranti, piccoli resort. Pieno di gente da tutto il mondo, giovani e meno giovani, ma soprattutto giovani e biondi in questa stagione! Che quasi mi vergognavo a farmi riconoscere per italiana che con sta storia dello spread ormai dall’Olanda in su non siamo piu’ simpatici a nessuno (e viceversa!!). Comunque bello: visti tanti pesci (anche le tartarughe), fatti bagni, preso quantitativo notevole di coralli e conchiglie, e bevuto birrette! Peccato che ci fosse la moschea, e il muezzin per contrastare tanta dissolutezza di costumi chiamasse alla preghiera nel bel mezzo della notte con un altoparlante degno del concerto del Liga a San Siro. L’ultimo giorno che eravamo li’ ha attacato la solfa alle 3 di notte (ma non era all’alba la preghiera???). Il proprietario del nostro resort ha promesso che attrezzera’ le camere con tappi per le orecchie. Unico neo: gita in barca per pescare, 2 ore di traina, preso zero. Fermiamoci a fare la pesca dal fondo: si alza all’improvviso un vento bestiale e sul mare in tempesta io e andre a pescare con la nostra cannetta da fondo. Non so come non sono stata male. Ovviamente pesci zero!! Non si puo’ contare piu’ neanche sull’Indonesia….
Anche qui a parte un temporale mattutino, sempre sole e caldo. Se aggiungiamo che l’Indonesia costa ancora poco e che la gente e’ sempre disponibile e sorridente (poi magari ti fotte, ma sorridendo) ecco la vacanza perfetta!! Aggiungo 2 aneddoti: per la prima volta in vita mia qualcuno mi ha chiesto se poteva farsi fotografare con me!!! Non avevo capito bene, quindi dico alla ragazza che mi ha chiesto la foto: yes, yes no problem te la faccio la foto. No, no voglio farmela insieme a te. Boh. O sono un freak (mostro) o sono un vip a mia insaputa. Sempre sulla stessa spiaggia, tipo mezz’ora dopo, ci si avvicinano 4 ragazze chiedendoci se possono farci un’intervista. Ehi non e’ che siamo su scherzi a parte??? Abbiamo poi scoperto che faceva parte del loro corso di inglese per far pratica a parlare con gli stranieri.
Abbiamo avuto anche il nostro momento di gloria!! Ah l’Indonesia!

mercoledì 25 luglio 2012

La vacanza perfetta vol 1


Beh e' luglio che fai stai in citta'??? Siamo andati a Lombok, Indonesia, l'isola di fianco a Bali, andando verso est. Ancora Indonesia??? Beh la scelta non e' stata difficile: se guardate la meteo del sud est asiatico (sapete che sono una fan della meteo, anzi nessuno ha commentato che ho messo nel blog il link a "ilmeteo.it", just in case qualcuno si sentisse orfano dei miei bollettini per il weekend!) dal Giappone andando verso sud, con particolare focus su Hong Kong, nord Vietnam e Filippine, e' tutto un fiorire di tifoni, uragani, cicloni, piogge torrenziali, inondazioni, le cavallette. Poi si scende verso il basso e dopo la Malaysia, ancora sotto un cielo pieno di nubi, dall'isola di Java in avanti (sempre verso est) non c'e' una nuvola, cielo blu!! Quindi, non volendo fare piu' di 3 ore di volo eccoci a Lombok. Siccome pero' il viaggio culturale l'avevamo fatto e il mare comunque e' sempre a portata di mano, questa volta ci siamo inventati l'impresa dell'anno: salire sul vulcano che occupa un buon pezzo dell'isola, alto 3.726 mt (il secondo piu' alto dell'Indonesia), ovviamente inattivo (almeno quello!). Il punto e' che si parte da 1.150 metri e con la forma fisica scarsa non e' stata proprio una passeggiata di salute. Il nostro allenamento e' consitito in: una settimana prima dell'inizio del trekking camminata di buon passo, per provare gli scarponi, nella riserva di Singapore (ovviamente in piano, durata di 2 ore). 3 giorni prima della salita: corsa per 20 minuti (era dalla fine dell'universita' che non correvo), piu' camminata a passo spedito per 30 minuti, piu' 10 minuti di bici. Fine. Peccato che il programma di salita al vulcano fosse il seguente: primo giorno da 1.1.50 a 2.750 mt (“solo” 1.600 mt di dislivello). Secondo giorno salita alla cima, da 2.750 a 3.726 mt e discesa fino a 2000 (quindi 1.000 mt a salire e 1.600 a scendere). Terzo giorno di tutto riposo salita di soli 600 mt, e ultimo giorno 2.000 mt di dislivello in discesa. Il martedi' non camminavamo piu': all'arrivo alle 4 di pomeriggio ci siamo piazzati al bar a bere birra e mangiare patate fritte fino alle 9 di sera, quando siamo andati a dormire. Pero' e' stato bello: siamo arrivati in cima nonostante la salita, specie negli ultimi 300 metri, fosse assolutamente in verticale e sulla sabbia (quindi un passo avanti e 2 indietro) e nonostante lo scarso allenamento. C'era un sacco di gente che tentava la salita alla cima, noi eravamo tra i piu' babbioni. Il primo giorno l'abbiamo fatto in compagnia di 3 ragazzetti francesi di cui uno indossava delle nike da running, l'altro le classiche scarpe da vela (tipo Timberland) e l'ultimo i mocassini scamosciati tods (quelli coi gommini sotto per intenderci). Nessuno dei 3 aveva piu' di 30 anni. Li abbiamo soprannominati gli asinelli, dal famoso detto "la bellezza dell'asino" (cioe' la bellezza della ragazza giovane, della gioventu') traslato alle energie della gioventu' (camminano, anche senza attrezzatura, perche' son giovani). Sono arrivati al primo campo base belli freschi forse 1 ora prima di noi. Peccato che il giorno dopo sulla cima non si siano visti: si vocifera che si siano fermati dopo i primi 300 mt. Tie'! I vecchiacci vi hanno battuto!!! Brutta cosa la montagna, senza testa non si va mica avanti..... L'altra cosa buffa era il tracciato del sentiero. Il primo giorno si doveva salire al cratere, con un percorso in mezzo a campi e boschi. Il sentiero era stato cosi' disegnato: punto di arrivo, punto di partenza, una linea retta. Neanche uno straccio di curva per rendere il cammino un po' piu' agevole. Ho chiesto alla guida: scusa ma perche' non lo ridisegnate un po' piu' dolce, con qualche zig zag? Risposta: perche' poi e' piu' lungo!!!! Ma dai! Ho aperto un bando al CAI per inviare qualche omino a tracciare i sentieri sul Mount Rinjiani!
Il nostro team era composto da noi 2 (io e Andre), la guida (con zainetto da cui uscivano copiosamente biscotti e banane) e 2 portatori, uno ciascuno, che portavano, tende, sacchi a  pelo e provviste. Non pensate che noi avessimo lo zainetto di topolino sulle spalle: anche noi ci portavamo i nostri bei 7-8 kg di vestiti, visto che di notte scendeva fino a 5 gradi e la salita alla cima si faceva dalle 2 di notte in avanti, per arrivare in cima con l’alba (a tale proposito a beneficio degli increduli, metto foto con ombra della cima del vulcano proiettata sul mare, favoloso!). Tornando ai portatori, il loro carico non credo fosse inferiore ai 20 kg, e la cosa bella e’ che avevano ai piedi le infradito e comunque andavano piu’ veloci di noi. Altra cosa buffa erano le sedie: il nostro tour era uno dei 2 che portano su anche le sedie (non vi immaginate delle poltrone presidenziali: le classiche sedie da campeggio smontabili ma dotate di braccioli e schienale). Che quando arrivavamo alla tenda, che i portatori sempre davanti a noi avevano gia’ preparato, trovavamo le nostre 2 belle seggioline ad aspettarci. Un po’ tipo Robert Redford in La mia Africa quando sata seduto sulla sedia nella savana. Pero’ comode! Peccato che poi non c’era il tavolino, per cui i piatti con il mangiare venivano posati per terra. Dettagli!! Diciamo che e’ stato un trekking all’insegna del confort (e se mancava anche quello chi ce la faceva a salire in cima al vulcano) e al lusso, pero’ abbiamo lasciato una lauta mancia. Ovviamente, la meteo insegna, il tutto sotto un sole meraviglioso! (to be continued)

martedì 10 luglio 2012

Ah, la moda


Spesso mi chiedono com’è la moda a Singapore, come si vestono le persone. Il tema dell’abbigliamento a noi italiani risulta sempre fondamentale per comprendere la natura di un popolo.

Prima di tutto va detto che non c’è una moda vera  e propria: se vai a Milano tutti sono vestiti più o meno uguali o per lo meno tutti hanno un certa cosa. A giugno quando ero li’ ho cominciato a vedere gente, anche perbene, con su le espadrillas. Che diciamoci la verità, le espadrillas quelle classiche di tela rasoterra, saranno comode, saranno fresche e colorate da fare tanto estate, ma non si guardano. Non danno forma al piede, non aiutano a slanciare la figura, secondo me neanche la Schiffer dei bei tempi (sono rimasta una ragazza degli anni ’80) riusciva a portarle degnamente. Comunque ho avuto sentore che le espadrillas fossero di moda, unitamente agli shorts; questi si che hanno il loro perché, purchè indossati sempre dopo essersi ben guardati allo specchio! Anche a Singapore lo short impazza: non la moda ma la necessità ne fanno un evergreen. E’ indossato più o meno da tutte, molte delle quali non hanno uno specchio sincero a casa e di solito sono portati con le infradito. Ecco anche le infradito, come le espadrillas, non sono esattamente un top dell’eleganza. Almeno pero’ fanno vedere il piede: se poi ci metti uno smalto carino e la bandierina Havaianas, hai svoltato. Per lo meno a Singapore!! Le mettono talmente tutti, maschi compresi, che alcuni ristoranti e bar hanno messo il cartello: no flip-flops. Pero’ shorts e infradito ti fanno passare indenni nella calura. Se aggiungiamo il fatto che quando vai a casa di qualcuno l’habit è togliersi le scarpe e girare scalzi, sono ancora piu’ indispensabili. Detto questo, l’Havaiana ovviamente impazza, ma la più usata è quella con la zeppetta (tipo 3cm), con il pezzo di plastica (l’infradito appunto) in simil pelle con sopra dei finti cristalli. E’ bruttissima, ma ce l’hanno tutte!! E per completare questo trionfo di sciatteria abbiamo le Crocs. E nonostante siano cinesi, le portano sempre rigorosamente originali (costano come in Italia). E pensare che io ne ho 2 paia comprate a 6 euro al cinese sotto l’ufficio di cui vado fierissima! Eh certo con l’umidità che fa muffire le scarpe (le mie son sempre piene di sacchetti anti umido!)  un bel paio di Crocs fa immagine e soprattutto non si rovina mai.

Per il resto ognuno si veste come gli pare ovviamente sempre molto sbracciato e colorato. Per l’ufficio sono molto popolari i vestiti, di solito tubini abbastanza corti ed attillati portati con tacchi pazzeschi (meno male che non lavoro, non potrei mai essere all’altezza!!!). Idem per la sera, anche se capita spesso di vedere nello stesso gruppo ragazza taccata e ragazza in ciabatte.
Pochi jeans e pantaloni lunghi, anche tra i ragazzi, fa caldo!! All Star si ma con parsimonia, sempre caldo! Rarissimo imbattersi nei ragazzi con l’elastico della mutanda in vista, per fortuna. Anche perché gli studenti sono sempre in divisa, anche quelli degli ultimi anni. I bankers hanno di rado la giacca, ancor più di rado la cravatta, e se ce l’hanno sono italiani! La famosa cosa di regalare una cravatta a Natale allo zio che va sempre bene, qui proprio non funziona.

Tutto gira intorno alla temperatura e all’umidità. Tutte le mie cose di crepe, dopo 6 mesi di lunga lotta contro le macchie di muffa, sono tristemente tornati a Milano.

E poi è ovviamente  il trionfo dell’accessorio griffato: originale, piuttosto di seconda mano, ma non fake. E deve essere riconoscibile, non in maniera imbrazzante, ma per lo meno inequivocabile. E giù di Gucci, Prada, Vuitton, Coach, e ancora e ancora. E ti credo che poi Vuitton si prende il negozio-isola-galleggiante nella baia di Singapore!

Anche io sto per lanciarmi nel rutilante mercato della moda di Singapore: con la maglietta di macchietta (nella foto). Me la chiedono tutti,che fai non sfrutti il biz? Ne volete una anche voi? Sta benissimo con le espadrillas…..

martedì 3 luglio 2012

62th floor!


Finalmente ha piovuto, un bel temporalone di quelli singaporeani. Forse anche lassu’ erano concentrati sugli europei di calcio e si erano dimenticati dell’acqua! Comunque basta parlare di calcio, non è più di moda. Evvai, son finite anche le levatacce alle 2 del mattino! Comunque un po’ mi dispiace che siano finiti, e soprattutto mi dispiace non aver potuto fare la foto con Macchietta (o Macchietto come dice il mio vicino di casa, certo è un maschio) Campione d’Europa. Next time! Andiamo avanti, che qui a Singapore siamo sempre avanti.

Questo week end hanno aperto il primo pezzo di Gardens by The Bay. Vi ricordate? Il giardino di Avatar con gli alberi giganti e le serre fatte a forma di schiena di dinosauro. Puntuali come dichiarato inaugurazione il 29 giugno. Non ci siamo  ancora andati, si aspettavano circa 10.000 visitatori al giorno, abbiamo avuto un po’ paura. Farò un reportage a parte. Comunque è costato qualcosa come 1 miliardo di dollari di Singapore (600 milioni di euro circa). Hanno piantato 700.000 piante e nelle serre ci sono 226.000 esemplari di piante da tutto il mondo, eccetto l’Antardide (è specificato nella brochure e quindi ci tengo a dirlo!!). Ci sono 18 Supertrees, gli alberi giganti, alti tra 25 e 50 metri, collegati da una passerella, sponsorizzata da una banca!! E cosa c’è sui Supertrees?? Ma ristoranti, ça va sans dir!!! E l’altra cosa forte è che i giardini, come del resto tutto il complesso di Marina Bay Sands a cui sono attaccati, sono costruiti su “reclaimed land” cioè su terra ricavata dove prima c’era il mare. Un po’ come in Olanda. Mi aspetto sempre di veder venire fuori uno zampillo di acqua salata dal marciapiede.
Noi più modestamente, tra una partita e l’altra siamo andati da Altitude, il bar più alto di Singapore. Altro che i 56 piani di Marina Bay Sands (la barca) qui si parla di ben 62 piani. Chissà poi perché proprio 62. Comunque qualcosa intorno ai 200 metri di altezza. Non male! E’ un terrazzo sul tetto del grattacielo, con un bel giardino nel mezzo. E siccome security first è contornato da un vetro alto circa come una persona in modo da evitare che qualcuno si butti di sotto, e in più ad ognuno dei 4 angoli c’è una guardia. E che fa la guardia? Controlla, giustamente, che nessuno butti giù roba, in modo da non uccidere accidentalmente il povero pedone ignaro con il bicchiere precipitato dal 62esimo piano. Io ovviamente sono stata subito redarguita dal signore perché per fare le foto tenevo l’iphone sopra il vetro leggermente in fuori.Ma dai che non lo faccio cadere l’iphone, figurati, poi mi tocca ricompralo!! Comunque posto spettacolare, vista splendida of course. La prospettiva da così in alto è sempre qualcosa di affascinante. Sembra di guardare un altro posto, non quello dove vivi tutti giorni, uno bello, più particolare. Ad un certo punto ci siamo seduti dal lato rivolto verso l’aeroporto e vedevamo le luci degli aerei venirci incontro. Un po’ inquietante:e se questo decide di non girare e ci prende dentro?? Per fortuna tutta brava gente hanno sempre virato…..Positive thinking! Chissà com’è stato il temporale di oggi da lassù. Non so se avrei voluto esserci…….